Incoming: per l’Italia
sarà un altro anno d’oro

Non si parla più ormai di effetto rebound, ma di una tendenza consolidata: anche nel 2024 l’Italia si prepara a inanellare risultati brillanti sul fronte del turismo incoming. Il caro prezzi generalizzato che potrebbe allontanare il target medio nulla può sulla fascia alto spendente, con i mercati angolosassoni in primo piano.

“Per quest’anno – commenta Gianni Miradoli, titolare dell’americana GT Experiences – confermo una domanda sempre orientata verso le strutture dal tipico stile italiano, preferite rispetto alle grandi catene internazionali. Le prospettive sono buone e l’incremento atteso per i viaggi nel Belpaese è nell’ordine del 20% rispetto al 2023”.

Previsioni positive anche per Subash Nair, fondatore e direttore dell’indiana Purple Aura, che tuttavia pone l’accento sul delicato tema dei visti di ingresso: “I tempi per ottenere un visto per l’Italia sono ancora considerevolmente più lunghi rispetto al pre pandemia e questo frena il mercato indiano, che specie sul fronte dei gruppi incentive spesso finisce per optare per destinazioni più semplici da raggiungere”.

Quanto alle mete, oltre ai grandi classici aumentano le alternative: “Le previsioni per il 2024 indicano una crescente richiesta di tour in Italia – spiega Diane Ascenzi, vice presidente della canadese Cit Tours -. La Puglia continuerà a riscuotere successo, ma notiamo un crescente interesse anche per la Calabria, il Trentino e il Friuli Venezia Giulia, in quest’ultimo caso forse grazie anche alle crociere che attraccano al porto di Trieste”.

Più cauta Sacha Gardiner, p.m. della britannica Exodus Travels: “Il 2024 è un anno sicuramente sfidante a causa della situazione economica, ma chi continuerà a viaggiare sarà sempre più coinvolto e attento alla sostenibilità e sceglierà comunque esperienze autentiche, lontane da quelle di massa”.

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