A cura di Robert Gentile

Editorialista turistico, esperto di retail, community-manager, head-hunter

Gartour, Destination Italia e Lady Turismo, tutta la storia (lunga e complicata)

Chi si occupa di incoming ricorda la vicenda Gartour: società romana attiva nell’incoming, fondata da Paolo Dello Strologo (scomparso nel 2022) e da lui guidata fino al 2016: in oltre venti anni di attività, Gartour era arrivata a vantare dieci sedi in tutto il mondo, con particolare focus sulla Russia. Poi, a causa di serie difficoltà economiche, a fine 2016 Dello Strologo si accordava con Destination Italia per un affitto d’azienda che avrebbe evitato il fallimento, sfociando nel successivo acquisto. Destination Italia SpA era stata fondata a Milano a inizio 2016 e contava su tre soci di assoluto rilievo: Lastminute.com Group di Fabio Cannavale, con una quota del 57%, Intesa Sanpaolo al 38% e l’a.d. Marco Ficarra, ex Venere.com ed ex Bluvacanze, con il 5%.

Il progetto non assumeva la forma auspicata dai soci fondatori e a fine 2018 Dina Ravera (trascorsi in McKinsey e nelle telecomunicazioni) veniva nominata presidente; la società affrontava il duro periodo del Covid grazie a una ristrutturazione del capitale, a seguito della quale la Ravera riusciva a ereditare la maggioranza delle quote. Destination Italia virava allora decisamente verso la finanza: a ottobre 2021 approdava in Borsa, nel segmento FTSE Italia Growth, ex AIM Italia, indice composto da pmi ad alto potenziale di crescita.

Tre anni dopo, superato l’impasse della pandemia e realizzata la fusione tra quotate con il Portale Sardegna, Destination Italia espone numeri positivi, elencati da Milano Finanza il 6 aprile, che elegge apologeticamente Dina Ravera come Lady Turismo, dopo averla consacrata - anni prima - Lady Telco.

Ci limitiamo a riportare i dati pubblicati dal sito della Borsa Italiana: l’attuale assetto azionario vede un capitale flottante pari al 47,52%, i fondatori originali Intesa Sanpaolo SpA (come Banca dei Territori) al 3,34%, Lastminute.com N.V. al 13,07% e Marco Ficarra con lo 0,62%: tutti nel tempo diluiti nel capitale. Oggi l’azionista di controllo è la Lensed Star Srl di Dina Ravera (con Giulio Valiante co-amministratore delegato) al 35,45%. Partner in Destination Italia SpA sono quelli che la Ravera cita come “imprenditori innovativi”: Vitaliano Borromeo della famiglia proprietaria delle Isole Borromee sul Lago Maggiore, l’imprenditore del caffè Riccardo Illy e Federico Grom e Vittorio Martinetti, noti per aver fondato (e poi venduto a Unilever) i gelati Grom.

Sempre sul sito di Borsa Italiana risulta che il risultato operativo/Ebitda sia negativo da sempre e che nel quinquennio 2019 / 2023 Destination Italia abbia perso qualcosa come 11,5 milioni di euro, perdita - si deduce - ripianata da diversi aumenti di capitale da parte dei soci, dalla quotazione del 2021, da operazioni finanziare e dall’azionista bancario. Secondo quanto pubblicato in un comunicato stampa dalla stessa società, in vista della prossima assemblea per l’approvazione del bilancio, l’incremento del fatturato 2023 su 2022 - pari al 92%, ovvero oltre 50 milioni, in buona parte dovuto all’apporto di Portale Sardegna - avrebbe portato la società a un Ebitda pressoché in pareggio, supportato da un incremento delle spese del personale solo del 52%, ma aprendo sedi all’estero (USA, Brasile...) e reclutando esperti sul territorio per promuovere l’arrivo dei pronipoti degli italiani emigrati nei secoli passati (il ‘Turismo delle radici’ promosso dal Ministero del Turismo). Secondo voci di corridoio, peraltro, Destination Italia sarebbe alla ricerca dell’ennesimo amministratore delegato, dopo le dimissioni di Ficarra, Gasperini e Pannozzo e l’attuale reggenza interna.

Insomma, qualche luce, ma pure qualche ombra: in Italia turismo e finanza non sempre vanno d’accordo...

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