Il ritorno del lungo raggio

Un’estate sicuramente molto diversa rispetto a quella del 2022, almeno per le destinazioni a lungo raggio. E un andamento per certi aspetti sorprendente, con numeri superiori al 2019.  

Ma con alcune criticità tipiche del post pandemia, come ad esempio quella legata a una limitata capacità ricettiva, che mette in crisi l’offerta di alcuni Paesi tradizionalmente al centro dei desiderata degli italiani.

“Il balzo sui prezzi si è assestato - commenta Giancarlo Brunamonti, direttore tour operating dei marchi Kuda e Maestro -, ma ora entrano in gioco fattori legati alle singole destinazioni, che talvolta non sono in grado di gestire l’aumento della domanda post Covid e quindi tendono ad incrementare i prezzi senza un corrispondente innalzamento del livello qualitativo”. Per questo, Brunamonti teme che dal prossimo inverno si assisterà ad aumenti progressivi del costo dei servizi, ad esempio sull’Egitto classico o sul Marocco, che sta riscuotendo tante richieste a fronte di un’offerta insufficiente.

Voli alle stelle
Intanto, anche i prezzi dei voli si mantengono troppo elevati, a causa principalmente della scarsa concorrenza su alcune rotte, come spiega Loredana Arcangeli, direttore generale di Originaltour. “Meno collegamenti e personale ridotto si traducono in tariffe aeree molto elevate,  che vanno ad impattare soprattutto sulla fascia media di clientela”. Una fascia – precisa Arcangeli – sempre più lontana dal target elevato, “disposto a prenotare in anticipo e a spendere di più per servizi di qualità”.  
Che la prenotazione anticipata sia tornata a livelli ancora più marcati rispetto al pre-pandemia è opinione anche del direttore commerciale di Quality Group, Marco Peci, per il quale comunque il problema legato al rilascio dei passaporti resta ancora un grande ostacolo ai viaggi long haul.

Meglio del 2019
Il lungo raggio sembra comunque ripartito in modo più stabile rispetto al corto e i t.o. attivi sulle destinazioni lontane tirano somme positive. “Nel complesso - fa sapere Enrico Ducrot, amministratore delegato di Viaggi dell’Elefante – il giro d’affari è superiore del 20% al 2019. L’alta gamma non risente molto delle oscillazioni stagionali e il nostro prodotto Ecoluxury risulta vincente”.
Prenotazioni in anticipo anche per Kel 12: “Ad oggi, rispetto al 2019, stiamo registrando un incremento in media del 45% del prenotato” commenta l’a.d. Gianluca Rubino.

Viaggiare slow
Fra i nuovi trend della domanda, emerge una rinnovata attenzione allo slow travel, che trova in Shiruq un alleato prezioso: “Vendere meno, ma meglio - riassume il general manager Elena Valdata -. Oggi si desidera trascorrere tempo nei luoghi, oltre la mera visita culturale, per assaporarne i tratti più autentici”.
Infine, è Willy Fassio, titolare di Tucano, a segnalare con una punta di nostalgia come la durata media dei viaggi, anche a lungo raggio, sia diminuita. “Un tempo i grandi itinerari della durata di 22-25 giorni avevano un loro seguito – spiega -. Oggi questo tipo di viaggio è pressoché scomparso. Almeno in Italia, mentre non è così in Francia o in Germania. Parliamo di Paesi dove la cultura del viaggio è molto più forte che da noi. In Italia il viaggio è quasi sempre sinonimo di sola vacanza”.

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