Il manuale del buoncandidato, come scrivere il curriculum per lavorare nei viaggi

Il primo biglietto da visita per un candidato è il curriculm vitae, perciò è bene saper strutturarlo in modo adeguato perché, come spiega il responsabile risorse umane del tour operator Club Esse, Antonia Bucciero, “non bisogna aspettarsi che l’azienda faccia orientamento”.

Informarsi sull'azienda
Ecco quindi alcuni accorgimenti per fare in modo che il proprio cv non sia solo uno fra tanti. “Innanzitutto – spiega Bucciero - documentarsi sempre sull’azienda a cui si è interessati, capirne le caratteristiche e quali siano le posizioni aperte. Quindi, modulare il curriculum sulla base di queste informazioni”. Bisogna comprendere che i recruiter vedono decine, centinaia di curriculum ogni giorno, perciò tendono a scartare quelli troppo generici.

Sapere cosa si sta cercando
Questo vuol dire prima di tutto che il candidato deve “sapere per cosa voglia candidarsi e che lo chiarisca bene, mettendo in risalto le caratteristiche e le tappe lavorative o formative più vicine all’incarico che vuole ricoprire”.

Evitare gli elenchi
Non è necessario fare l’elenco dettagliato degli stage, dei master conseguiti o dei corsi seguiti, l’importante è che vengano segnalati quelli più significativi, “perché a volte il recruiter si ritrova smarrito di fronte a tutte quelle informazioni”.

Attenzione agli indirizzi
Stare attenti alla forma, ai font e al corretto uso dell’italiano, ma soprattutto “in fase di invio, prestare bene attenzione ai destinatari. Soprattutto quanto si invia tramite mail - precisa Bucciero -. A volte per pigrizia lo si invia a più destinatari contemporaneamente, dimenticando di nascondere gli indirizzi”. Il messaggio che passa è quello di non essere particolarmente interessati a un'azienda specifica.

Coerenza negli atteggiamenti
Può essere utile allegare una lettera motivazionale, in cui si spiega perché si è interessati a ricoprire il ruolo che si vuole assumere, e una volta inoltrata la candidatura attenzione alle buone maniere prima del colloquio. Inutile scrivere di possedere una “buona predisposizione al lavoro di gruppo e poi telefonare l’azienda usando toni sgarbati o polemizzare per l’attesa mentre si è in coda per il colloquio”. L’atteggiamento supererà la parola scritta nella scelta finale.

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